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Agevolazioni per l'acquisto di robot collaborativi

Aggiornamento: 2 ago 2023

Industria 4.0: da iperammortamento a credito d'imposta del 40%


 

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2020: Da iperammortamento a credito d'imposta del 40%

La Legge di Bilancio 2020 (L. 160/2019) ha introdotto importanti novità per le imprese che intendono realizzare investimenti nell'ottica del Piano nazionale Industria 4.0 durante l’anno in corso.

Dal 1° gennaio di quest’anno, infatti, l’acquisto di beni strumentali nuovi per la transizione al digitale non è più soggetto a iperammortamento, bensì c’è un (ancor più conveniente) credito d’imposta con un’aliquota che arriva fino al 40% nel caso dei bracci robotici.

Con questa novità, il Governo conta di meglio intercettare l’esigenza delle PMI che con il credito d’imposta al posto del super o dell’iperammortamento possono ricevere ancora più rapidamente un vantaggio economico a compensazione di un investimento sostenuto con l’obiettivo di incrementare la propria produttività.


Vediamo come funziona, chi ne ha diritto e le soglie stabilite dalla legge.


Credito d’imposta 2020 per gli investimenti in Industria 4.0:

Il credito d’imposta per gli investimenti in Industria 4.0 – tra cui ricade anche l’acquisto di robot collaborativi – si applica a tutti gli ordini accettati dal venditore entro il 31 dicembre 2020, a condizione che entro i termini sia stato fatto il pagamento di almeno il 20% dell’importo pattuito.

Questo credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito e della base imponibile IRAP e può essere utilizzato in cinque quote annuali di pari importo, esclusivamente in compensazione.

Il credito d’imposta per Industria 4.0 è cumulabile con altre agevolazioni che riguardano gli stessi investimenti, a condizione che il cumulo non porti al superamento del costo sostenuto.


A quanto ammonta il credito d’imposta 2020 per Industria 4.0?

La L. 160/2019 ha definito tre diversi scaglioni, corrispondenti ad altrettante casistiche:

Per l’acquisto di beni strumentali nuovi per la transizione al digitale (le cosiddette “tecnologie abilitanti” contenute negli allegati A e B della legge, tra cui rientrano i robot collaborativi), l’aliquota è: del 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, del 20% tra 2,5 e 10 milioni di euro.

Il nuovo credito d’imposta scatta a partire dall'anno in cui avviene l’interconnessione dei macchinari: per perfezionare questa particolare operazione la legge concede tempo fino al 30 giugno 2021, ma sempre a patto che l’ordine e il pagamento di almeno il 20% dell’investimento vengano perfezionati entro il 31 dicembre 2020.

Fino a che l’interconnessione non viene perfezionata, invece, si applica solo l’incentivo sui beni strumentali nuovi che è pari a un credito d’imposta del 6% (lo stesso di cui parliamo più sotto).

Viste queste caratteristiche, la misura rimpiazza e ricalca il “vecchio” iperammortamento valido fino al 31 dicembre 2019 salvo che per il fatto che ora è previsto un credito d’imposta.

In caso di acquisto di beni strumentali nuovi (ex super-ammortamento), il credito d’imposta è del 6% con un tetto massimo a 2 milioni di euro di investimento per l’acquisto di software Industria 4.0 il credito d’imposta è del 15% con una soglia massima di investimento di 700 mila euro.

A corollario di queste indicazioni, aggiungiamo che per investimenti superiori a 300 mila euro è necessaria, in tutti i casi, una perizia tecnico giurata.


Chi ha diritto al credito d’imposta 2020 per Industria 4.0?

L’incentivo è riservato alle imprese, ai professionisti e alle partite IVA.

Per ottenerlo, è necessario che il richiedente faccia apposita comunicazione al Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE): le modalità di questa richiesta non sono state ancora definite nel momento in cui scriviamo, si attende il relativo decreto ministeriale dedicato che dovrebbe arrivare entro la primavera.

Il diritto al credito d’imposta 2020 per Industria 4.0 si può anche perdere: succede nel caso in cui i beni agevolati vengono venduti o trasferiti in una sede produttiva all'estero entro il 31 dicembre del secondo anno successivo all'effettuazione dell’investimento (quindi il 2022 o al più tardi il 2023).


In conclusione

In un periodo che per diverse imprese è ancora segnato dall'incertezza, la scelta di investire in risorse tecnologiche in grado di incrementare la produttività viene spesso ponderata con molta attenzione.

Talvolta questa prospettiva viene messa in secondo piano perché l’azienda ritiene che non ce ne siano le risorse: l’esistenza di agevolazioni come il credito d’imposta che è stato formulato per il 2020 rappresenta un orizzonte certo e facilmente programmabile che aiuta le imprese ad avere un’indicazione molto chiara della portata del loro investimento.

In questo quadro, i robot collaborativi possono rivelarsi una scelta vincente perché, a fronte di un costo più contenuto rispetto al passato e di un ritorno dell’investimento che si realizza in media entro 12 mesi nella maggior parte dei casi, il credito d’imposta rappresenta un contributo ulteriore che permette di contenere al minimo l’impegno di risorse e di sfruttare al massimo tutti i vantaggi di una scelta tecnologica all'insegna dell’innovazione, per competere in mercati sempre più sfidanti.

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