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- A&T la fiera di riferimento per l’industria 4.0 - 5.0
In occasione della fiera A&T presenteremo una novità assoluta: Il banco interattivo “COMFORTABLE” Esso è composto da un sistema Arkite, il quale offre la più aggiornata piattaforma di guida per l'operatore e trasforma le postazioni di lavoro in un ambiente digitale e interattivo. “COMFORTABLE” consente agli operatori di eccellere nel loro lavoro, guidandoli attraverso i processi di prelievo e assemblaggio. Questo viene fatto da proiezioni di realtà aumentata in tempo reale sulla postazione di lavoro. Esso inoltre gestisce Tools anche in wi-fi attivandoli a seconda delle corrette posizioni di lavoro, sensori aggiuntivi di controllo o sensori di visione per dare la possibilità alle operazioni di assemblaggio con risultati di “scarto zero”. Tutti i dati raccolti possono essere archiviati per avere la massima tracciabilità. Il banco “COMFORTABLE” può essere anche corredato di un cobot con funzione di dima dinamica che interagisce con l’operatore per riportare la posizione di assemblaggio sempre al massimo della ergonomia.
- IMPORTANTE : Aumento MKZ Profili MGE
Gent.le Cliente, In un contesto in cui le condizioni di approvvigionamento sui mercati internazionali continuano a peggiorare, Casa Madre ha deciso di apportare un ulteriore adeguamento nel valore dell’MKZ per i profili di alluminio. La variabile MKZ passerà dal +24% al +32% per tutti gli ordini dal 01.08.2022 e rispettivamente sulle consegne a partire dal 01.09.2022 Per evitare acquisti spropositati rispetto alle effettive necessità, che potrebbero mettere in crisi il magazzino centrale, verranno verificati e accettati ordini con quantitativi pari ad un DECIMO del valore di profili acquistati negli ultimi 12 mesi per le consegne di agosto. Il sovrapprezzo MCS, che dal 01.06.2022 si modificherà al 2%, aumenterà al 2,5% per tutti gli ordini dal 01.08.2022 e rispettivamente sulle consegne a partire dal 01.09.2022. Vi ricordiamo che i componenti coinvolti sono i prodotti appartenenti alla categoria Assembly Technology: MGE accessori, MPS, MIT, AS, Apas e Avvitatura. Vi ringraziamo per la preziosa collaborazione, Distinti Saluti Ivan Casetto C.E.O. Smac Srl
- BANDO ISI INAIL AL 65% E CREDITO D'IMPOSTA AL 40%.
SCOPRI IL PERCORSO PER FINANZIARE I TUOI PROSSIMI PROGETTI INDUSTRIA 4.0 2022: Credito d’imposta del 40% fino al 31 dicembre 2022, dal 2023 dimezzato. A tutte le imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato è riconosciuto un credito d’imposta alle seguenti condizioni: A chi si rivolge e come richiederlo Tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali. La fruizione del beneficio spettante è subordinata alla condizione del rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori. Per i beni tecnologicamente avanzati materiali e immateriali, le imprese sono tenute a produrre: Per i beni che superano i 300.000 euro è necessaria una perizia tecnica asseverata rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritti nei rispettivi albi professionali o un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato, da cui risulti che i beni possiedono caratteristiche tecniche e l'interconnessione al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. Per i beni di costo unitario di acquisizione non superiore a 300.000 euro è sufficiente una dichiarazione resa dal legale rappresentante. Le azioni del Piano Transizione 4.0 La nuova politica industriale del Paese, più inclusiva e attenta alla sostenibilità, prevede tre azioni di sostegno attraverso i crediti di imposta sugli investimenti. I crediti sono cumulabili, ma il loro valore non deve essere maggiore al 100% dell'investimento: il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali 4.0; il credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design; il credito d’imposta formazione 4.0, confermato solo fino al 2022. BANDO ISI INAIL 2021 L’iniziativa è rivolta a tutte le imprese, anche individuali, ubicate su tutto il territorio nazionale iscritte alla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura e anche agli enti del terzo settore limitatamente all’Asse 2 di finanziamento. Progetti ammessi a finanziamento: Sono finanziabili le seguenti tipologie di progetto ricomprese in 5 Assi di finanziamento: Progetti di investimento e Progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale - Asse di finanziamento 1 (sub Assi 1.1 e 1.2) Progetti per la riduzione del rischio da movimentazione manuale di carichi (MMC) - Asse di finanziamento 2 Progetti di bonifica da materiali contenenti amianto - Asse di finanziamento 3 Progetti per micro e piccole imprese operanti in specifici settori di attività - Asse di finanziamento 4 Progetti per micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli – Asse di finanziamento 5. Risorse economiche destinate ai finanziamenti: Le risorse finanziarie destinate dall’Inail, ai progetti di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, sono ripartite per regione/provincia autonoma e per assi di finanziamento. Di tale ripartizione è data evidenza nell’allegato “Isi 2021 – risorse economiche” che costituisce parte integrante degli Avvisi pubblici regionali/provinciali pubblicati. Il finanziamento, in conto capitale, è calcolato sulle spese ritenute ammissibili al netto dell’iva, come di seguito riportato. a) Per gli Assi 1, 2, 3 e 4 il finanziamento non supera il 65% delle predette spese, fermo restando i seguenti limiti: Assi 1, 2, 3, il finanziamento complessivo di ciascun progetto non potrà essere inferiore a 5.000,00 euro nè superiore a 130.000,00 euro. Non è previsto alcun limite minimo di finanziamento per le imprese fino a 50 dipendenti che presentano progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale di cui all’allegato (sub Asse 1.2); Asse 4, il finanziamento complessivo di ciascun progetto non potrà essere inferiore a 2.000,00 euro nè superiore a 50.000,00 euro. b) Per l’Asse 5 il finanziamento è concesso nella misura del: 40% per la generalità delle imprese agricole (sub Asse 5.1) 50% per giovani agricoltori (sub Asse 5.2) e per ciascun progetto il finanziamento non potrà essere inferiore a 1.000,00 euro nè superiore a 60.000,00 euro. Le date di apertura e chiusura della procedura informatica, in tutte le sue fasi, saranno pubblicate sul portale dell’Istituto, nella sezione dedicata alle scadenze dell’Avviso Isi 2021, dal 26 febbraio 2022.
- Avvitatura collaborativa
Works in progress....cobot collaborativo in fase di allestimento con avvitatore autoalimentato FIAM. In questa stazione di assemblaggio manuale, l'operatore si alternerà nelle fasi di asservimento dei componenti, al lavoro di avvitatura del cobot, nelle due postazioni di destra e di sinistra del banco realizzato in profili di estruso Bosch Rexroth. Nel prossimo post vi faremo vedere come è stato messo in completa sicurezza.....seguiteci. Universal Robots A/SBosch Rexroth Italia #cobot #avvitatura #automazione #lean
- Agevolazioni per l'acquisto di robot collaborativi
Industria 4.0: da iperammortamento a credito d'imposta del 40% La Legge di Bilancio 2020 (L. 160/2019) ha introdotto importanti novità per le imprese che intendono realizzare investimenti nell'ottica del Piano nazionale Industria 4.0 durante l’anno in corso. Dal 1° gennaio di quest’anno, infatti, l’acquisto di beni strumentali nuovi per la transizione al digitale non è più soggetto a iperammortamento, bensì c’è un (ancor più conveniente) credito d’imposta con un’aliquota che arriva fino al 40% nel caso dei bracci robotici. Con questa novità, il Governo conta di meglio intercettare l’esigenza delle PMI che con il credito d’imposta al posto del super o dell’iperammortamento possono ricevere ancora più rapidamente un vantaggio economico a compensazione di un investimento sostenuto con l’obiettivo di incrementare la propria produttività. Vediamo come funziona, chi ne ha diritto e le soglie stabilite dalla legge. Credito d’imposta 2020 per gli investimenti in Industria 4.0: Il credito d’imposta per gli investimenti in Industria 4.0 – tra cui ricade anche l’acquisto di robot collaborativi – si applica a tutti gli ordini accettati dal venditore entro il 31 dicembre 2020, a condizione che entro i termini sia stato fatto il pagamento di almeno il 20% dell’importo pattuito. Questo credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito e della base imponibile IRAP e può essere utilizzato in cinque quote annuali di pari importo, esclusivamente in compensazione. Il credito d’imposta per Industria 4.0 è cumulabile con altre agevolazioni che riguardano gli stessi investimenti, a condizione che il cumulo non porti al superamento del costo sostenuto. A quanto ammonta il credito d’imposta 2020 per Industria 4.0? La L. 160/2019 ha definito tre diversi scaglioni, corrispondenti ad altrettante casistiche: Per l’acquisto di beni strumentali nuovi per la transizione al digitale (le cosiddette “tecnologie abilitanti” contenute negli allegati A e B della legge, tra cui rientrano i robot collaborativi), l’aliquota è: del 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, del 20% tra 2,5 e 10 milioni di euro. Il nuovo credito d’imposta scatta a partire dall'anno in cui avviene l’interconnessione dei macchinari: per perfezionare questa particolare operazione la legge concede tempo fino al 30 giugno 2021, ma sempre a patto che l’ordine e il pagamento di almeno il 20% dell’investimento vengano perfezionati entro il 31 dicembre 2020. Fino a che l’interconnessione non viene perfezionata, invece, si applica solo l’incentivo sui beni strumentali nuovi che è pari a un credito d’imposta del 6% (lo stesso di cui parliamo più sotto). Viste queste caratteristiche, la misura rimpiazza e ricalca il “vecchio” iperammortamento valido fino al 31 dicembre 2019 salvo che per il fatto che ora è previsto un credito d’imposta. In caso di acquisto di beni strumentali nuovi (ex super-ammortamento), il credito d’imposta è del 6% con un tetto massimo a 2 milioni di euro di investimento per l’acquisto di software Industria 4.0 il credito d’imposta è del 15% con una soglia massima di investimento di 700 mila euro. A corollario di queste indicazioni, aggiungiamo che per investimenti superiori a 300 mila euro è necessaria, in tutti i casi, una perizia tecnico giurata. Chi ha diritto al credito d’imposta 2020 per Industria 4.0? L’incentivo è riservato alle imprese, ai professionisti e alle partite IVA. Per ottenerlo, è necessario che il richiedente faccia apposita comunicazione al Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE): le modalità di questa richiesta non sono state ancora definite nel momento in cui scriviamo, si attende il relativo decreto ministeriale dedicato che dovrebbe arrivare entro la primavera. Il diritto al credito d’imposta 2020 per Industria 4.0 si può anche perdere: succede nel caso in cui i beni agevolati vengono venduti o trasferiti in una sede produttiva all'estero entro il 31 dicembre del secondo anno successivo all'effettuazione dell’investimento (quindi il 2022 o al più tardi il 2023). In conclusione In un periodo che per diverse imprese è ancora segnato dall'incertezza, la scelta di investire in risorse tecnologiche in grado di incrementare la produttività viene spesso ponderata con molta attenzione. Talvolta questa prospettiva viene messa in secondo piano perché l’azienda ritiene che non ce ne siano le risorse: l’esistenza di agevolazioni come il credito d’imposta che è stato formulato per il 2020 rappresenta un orizzonte certo e facilmente programmabile che aiuta le imprese ad avere un’indicazione molto chiara della portata del loro investimento. In questo quadro, i robot collaborativi possono rivelarsi una scelta vincente perché, a fronte di un costo più contenuto rispetto al passato e di un ritorno dell’investimento che si realizza in media entro 12 mesi nella maggior parte dei casi, il credito d’imposta rappresenta un contributo ulteriore che permette di contenere al minimo l’impegno di risorse e di sfruttare al massimo tutti i vantaggi di una scelta tecnologica all'insegna dell’innovazione, per competere in mercati sempre più sfidanti.
- Impianto automatizzato con robot FlexPicker per il prelievo e la pallettizzazione di salami.
Veloce, sicuro e flessibile! Vi presentiamo il nuovo impianto automatizzato per il prelievo e la pallettizzazione su etichettatrice per salami. Per la lavorazione nel settore alimentare, in particolare, l'automazione offre sempre una qualità più elevata, ottimizza i tempi di pick and place e di manipolazione e migliora i risultati velocizzando i processi di packaging. Ne conseguono costi minori e un ambito competitivo più esteso. L'automazione specializzata intelligente consente inoltre di rispondere in modo flessibile alle dinamiche del mercato odierno, altamente competitivo, e alle richieste in continua evoluzione del settore della produzione alimentare. Posizionati casualmente uno dopo l'altro, i salami scendono da un nastro trasportatore. I dati di posizione richiesti provengono da un sistema di elaborazione delle immagini a monte, che è posizionato per acquisire le informazioni sui singoli salami e per trasmetterle ad un computer master che le elabora, e le invia al robot FlexPicker. lI robot ABB FlexPicker è dotato di una mano di presa speciale: Sei pinze con effetto FinRay, cioè in grado di adattarsi alla forma del prodotto, afferrano in modo morbido e flessibile le diverse tipologie di salame e le palletizzano nel sistema di etichettatura. Per ulteriori informazioni visita il nostro sito: https://www.infosmac.com/automation Seguici sui social per ulteriori aggiornamenti e novità. LinkedIn: https://www.linkedin.com/company/smac-srl Facebook: https://www.facebook.com/InfoSmac Instagram: https://www.instagram.com/smac_srl
- Nuovo sistema di avvitatura automatico con robot collaborativo su una linea di produzione manuale.
Al giorno d’oggi non è importante riuscire ad ottimizzare la linea di assemblaggio solo dal punto di vista della produttività ma è fondamentale riuscire anche a favorire le condizioni lavorative degli operai. Negli ultimi anni si è visto che migliorando il livello ergonomico di una linea di assemblaggio la qualità e la produttività della stessa linea sono aumentate. Il sistema in particolare, grazie ad un robot collaborativo, attuo a lavorare a fianco degli operatori, adempierebbe l’attività di avvitatura di un componente che, per l’operatore, risulterebbe un lavoro pesante e logorante in quanto il movimento da compiere lo esporrebbe a fattori di rischio ergonomici associati a problemi muscolo-scheletrici delle articolazioni superiori. Collaborazione con l’Università di Padova La nostra azienda collabora con Maurizio Faccio, professore di sistemi industriali presso l'Università di Padova. I nostri studi riguardano iI layout delle linee di produzione. Maurizio Faccio è attualmente professore associato di Sistemi Industriali e Logistica presso la Scuola di Ingegneria dell'Università di Padova. Insegna e svolge attività di ricerca in Impianti Industriali Progettazione e gestione, progettazione di sistemi di assemblaggio, logistica industriale, gestione delle operazioni e progettazione e ottimizzazione della rete di distribuzione.
- Robotica collaborativa - La parola d'ordine è flessibilità
“Anche se i robot siano stati utilizzati massicciamente nell’industria negli ultimi decenni, secondo uno studio di Boston Consulting Group in media solo il 10% dei compiti produttivi sono stati automatizzati. Si stima che entro il 2025 questa percentuale possa raggiungere il 25%”. Questo lo scenario disegnato da Ivan Casetto, general manager della Smac S.r.l Automazioni, testimonial del seminario sulla robotica collaborativa proposto da Niuko Innovation & Knowledge lo scorso 30 gennaio all’interno di un percorso dedicato all’Industria 4.0 finanziato da Fondirigenti e che vede come capofila Fòrema. I partecipanti hanno avuto l’occasione di assistere alla dimostrazione pratica di alcune applicazioni della robotica collaborativa. Accanto a Casetto anche Maurizio Faccio, professore associato presso il dipartimento di ingegneria dell’Università di Padova: la sua attività di ricerca riguarda gli ambiti di Design e gestione di impianti industriali oltre allo sviluppo di tecnologie avanzate di Manufacturing. La possibilità di spostarli agevolmente e la facilità nella programmazione, hanno spiegato Faccio e Casetto, fa dei robot collaborativi strumenti flessibili, particolarmente adatti a produzioni soggette a continui cambiamenti, dove sia necessario lavorare anche su piccoli lotti. Strumenti di facile installazione che ben si prestano all'applicazione anche nelle realtà di piccole dimensioni, grazie ai costi ridotti, ma anche al fatto che possono essere utilizzati in spazi ristretti, senza dover ricorrere a barriere perimetrali protettive e senza la necessità di investimenti per ridisegnare il layout dello stabilimento produttivo. Anche in quest’ambito, ha precisato però Faccio, non esistono regole predeterminate “e la convenienza dell’applicazione della robotica collaborativa rispetto alla robotica tradizionale va studiata caso per caso”. Sulla scia del successo sin qui registrato dal progetto – che combina insieme workshop, visiting tour e attività di mappatura e affiancamento in azienda - lo staff di Niuko è già al lavoro per pianificare ulteriori attività. #RoboticaCollaborativa
- Active Assist - Smart Workstation con controllo assemblaggio
Soluzione All-In-One: Sistema configurabile - moduli espandibili, semplice integrazione, facile da apprendere. Interattivo: Guida delle fasi di assemblaggio tramite proiettore - Pick-to-light - Touch screen - Superfici virtuali - Data glasses e controllo tramite telecamera 3D - Controllo con ultrasuoni. Compatibilità Industria 4.0: Piattaforma open web per gli hardware e sistema back-end (MES/ERP). Ergonomico: Interfaccia operativa intuitiva,adattata alla lingua e alla conoscenza del dipendente. ActiveAssist - Rivoluzione della stazione d'assemblaggio. #industry
- L' evoluzione della postazione di assemblaggio industriale in ambienti industry 4.0
“L’evoluzione della postazione di assemblaggio industriale in ambienti Industry 4.0” è stato il titolo del seminario che Fiam ha organizzato nella propria sede di Vicenza lo scorso 5 dicembre. Ha moderato i lavori il direttore di Industria Italiana Filippo Astone. Il seminario di Fiam ha rappresentato un appuntamento formativo di grande valore per tutte quelle realtà produttive che vogliono migliorare i loro processi di assemblaggio in termini di produttività e competitività attraverso strategie che contemplano l’adeguata progettazione dei sistemi produttivi flessibili, lo studio delle logiche di asservimento, l’allestimento delle postazioni di avvitatura con uno sguardo rivolto all’impiego di nuove tecnologie robotiche. Il seminario, patrocinato dalla Regione Veneto, è rientrato tra le attività previste per l’internazionalizzazione d’impresa e ha voluto offrire ai partner industriali conoscenze ed esperienze su tematiche riconducibili al concetto di Industria 4.0 nel quadro delle strategie collegate allo sviluppo competitivo in ambienti globalizzati. I relatori sono stati Maurizio Faccio, Professore di Impianti Meccanici e Gestione degli Impianti Industriali e Giulio Rosati, Professore di Meccanica Applicata alle Macchine e Robotica Industriale ambedue dell’Università degli studi di Padova. Non sono mancati gli approfondimenti, i casi pratici con robot collaborativi a completamento degli interventi didattici. «L’introduzione del robot collaborativo apre nuovi scenari nella manifattura. La connessione della postazione di lavoro consente di supportare l’operatore durante i passaggi senza che vi sia una sostituzione delle sue funzioni, ma attraverso un affiancamento. Il modello di collaborazione tra robot ed essere umano non è applicabile a tutti i tipi di industry e in tutti i tipi di operazioni. Ma noi stiamo dimostrando che, per determinate situazioni, questo scenario è il migliore possibile per le aziende». Maurizio Faccio e Giulio Rosati sono rispettivamente professore associato di Logistica e sistemi industriali all’Università di Padova e professore ordinario di Meccanica applicata alle Macchine dello stesso ateneo. I due accademici, in un’intervista a Industria Italiana, hanno esposto i primi risultati raggiunti da uno studio presentato durante il convegno. L’evoluzione della postazione di lavoro La postazione di assemblaggio generalmente è una postazione manuale, che ha necessità di un’estrema flessibilità. «I vari prodotti – spiegano Faccio e Rosati – possono essere declinati in diverse varianti. Per questo è necessario che l’operatore abbia in primo luogo le informazioni principali per svolgere al meglio l’assemblaggio. Supportare l’operatore, istruirlo sulla sequenza di operazioni, selezionare i prodotti da prelevare: sono queste le principali funzioni di una postazione di lavoro connessa». Nel mondo dell’avvitatura, a esempio, esistono sequenze differenti a seconda dell’angolo da applicare o del tipo di attività che deve essere svolta. «Governare la sequenza delle operazioni – proseguono – significa supportare l’operatore durante le attività a fronte della variabilità dei prodotti». I robot collaborativi Nella parte della manipolazione, è necessario effettuare in automatico alcune operazioni: è qui che entrano in gioco i robot, in quanto candidati ideali per effettuare l’assemblaggio. Fino ad ora siamo stati abituati a una visione duale: o operatore che impiega strumenti meccanici o totale automazione del processo di assemblaggio. «Oggi invece – spiegano i due professori – con l’introduzione dell’Industria 4.0 abbiamo l’aiuto di sensori e tecnologie, si può pensare di impiegare un robot collaborativo, che apre scenari completamente diversi. Tramite questo strumento, infatti, si possono eseguire operazioni ibride tra uomo e robot. L’aspetto fondamentale è che essendoci maggiore libertà di suddivisione di compiti tra operatore e robot, diventa possibile cercare di automatizzare e sfruttare meglio le skill dell’operatore. Si tratta di un’automazione che permette di massimizzare la resa sia dell’operatore che del robot. L’uomo, in particolare, può svolgere solo compiti ad alto valore aggiunto, mentre i compiti di mera manipolazione, come ad esempio il prelievo di componenti dal magazzino, vengono svolti dal robot». Il valore aggiunto Diversamente da quanto si teme da tempo, la macchina non è quindi destinata a sostituire l’uomo ma, piuttosto, a collaborare con lui per liberarlo dai compiti più gravosi e pericolosi e consentirgli di rappresentare il vero valore aggiunto nel processo produttivo. «Il valore aggiunto – argomentano Faccio e Rosati – rimane quello dell’uomo: l’operatore diviene lo strumento ideale per effettuare operazioni complesse. È da notare che il robot collaborativo ha delle performance che sono nettamente inferiori rispetto a un robot industriale tradizionale. L’automazione a cui siamo stati abituati, infatti, velocizzava operazioni ripetitive. Il robot collaborativo, invece, crea una sorta di ecosistema funzionale in cui le peculiarità migliori dell’uomo e del robot vengono messi a fattor comune». I due accademici stanno quindi procedendo allo sviluppo di un modello che consenta di valutare sia la produttività, sia il costo unitario diretto di produzione con differenti sistemi di automazione, da quella rigida a quella flessibile fino a quella collaborativa. Lo studio è stato condotto su alcune aziende del nord-est, dove l’applicazione della robotica collaborativa è in fase embrionale, ma che soprattutto non dipende dai meccanismi di incentivazione: l’acquisto di determinati macchinari non è dipeso da iperammortamento o superammortamento, ma da un calcolo di convenienza economica. Collaborazione vs automazione «Quello che ci ha spinto a sviluppare questo modello – spiegano Faccio e Rosati – è la possibilità di creare un sistema di convenienza economica: mentre nell’automazione tradizionale tutti fanno un calcolo semplice di costi e benefici in termini di produttività e tempo, nella robotica collaborativa si devono prendere in esame altri aspetti, più qualitativi che quantitativi. Quello che possiamo dire è che le aziende sono molto attratte da queste nuove tecnologie, ma tendono a far prevalere gli aspetti emozionali rispetto alla valutazione tradizionale». Il robot collaborativo, più lento di quello tradizionale, ha dei sensori in più che gli permettono di tenere costantemente sotto controllo la posizione dell’operatore in modo da garantire elevati standard di sicurezza. Inoltre, bisogna anche avere accorgimenti a livello software per evitare che il robot sviluppi una forza massima eccessiva. «In sostanza – raccontano i due accademici – il robot collaborativo non è molto diverso da uno tradizionale, ma riduce drasticamente le velocità perché ha a fianco a sé un operatore. In più, con la sensoristica, si modifica la postura del robot in modo da evitare contatti potenzialmente pericoloso. Dal punto di vista delle applicazioni tecnologiche, uno dei settori in cui si può sfruttare maggiormente l’approccio collaborativo è quello dell’avvitatura. Ma proprio perché l’interazione può essere maggiore che da altre parti, servono certificazioni particolari. Ad esempio, la mano del robot: i produttori producono una pinza collaborativa con al massimo 140 Newton di forza, il massimo consentito dalle normative vigenti. Un intervento di questo tipo ha un costo maggiore, ma solo in questo modo è possibile l’interazione con gli utenti umani. Con movimenti più lenti, poi, si hanno da un lato minori rischi per l’operatore, dall’altro una maggiore perdita di tempo. Per questo è necessario studiare con attenzione i settori in cui l’applicazione e l’impiego dei robot collaborativi può essere maggiormente efficace». Formazione Un nuovo approccio in fabbrica in cui robot e operatori debbano interagire richiede anche un processo di formazione che deve necessariamente essere implementato all’interno dell’azienda. «Con questa rivoluzione della postazione di lavoro – concludono Maurizio Faccio e Giulio Rosati – gli operatori avranno un ruolo a maggiore variabilità e a maggiore valore aggiunto. Bisogna allargare le competenze delle attività dell’uomo attraverso un meccanismo di “job enlargement” in cui gli viene richiesto di svolgere attività più critiche. Si tratta di un meccanismo che rende il lavoro quotidiano molto più motivante: invece di svolgere compiti ripetitivi, infatti, il lavoratore si trova a occuparsi di mansioni più qualificate».